Biografia Salvatore Zavarella

Nasce a Pratola Peligna nel 1921, veste l’abito francescano nel 1937 e nel 1946 diventa sacerdote iniziando successivamente un’itineranza missionaria di 60 anni (1947-2007) per ricerche sull’operato francescano in diversi paesi asiatici,africani e americani. Percorre 45 itinerari missionari di cui 20 in America Latina, 5 in America del Nord, 8 in Estremo Oriente, 8 in Africa e 9 in Medio Oriente.

Diversi i viaggi nella Cina comunista reduce dal Maoismo e dalla rivoluzione culturale per scoprire la situazione religiosa dei francescani e dei cristiani perseguitati durante tali periodi e per ricerche storico-archeologiche e antropologiche sull’evangelizzazione francescana medioevale, sulla persecuzione dei boxers e sulla canonizzazione dei martiri francescani del 1900. Dagli anni Ottanta agli inizi degli anni Duemila esplora l’America alla scoperta dei rapporti tra le tradizioni locali e la religione cattolica mentre negli anni Novanta si reca in Africa per un’opera di evangelizzazione.

Sale del museo

Sala Africa

Gli oggetti della collezione furono raccolti per la maggior parte nel primo quarto del Novecento per fornire una documentazione sulla cultura delle popolazioni e sulle testimonianze del recepimento evangelico. Gli oggetti provengono dalle culture magrebine di tradizione islamica, dall’Etiopia cristiana, dal Mozambico e dall’Africa centro-orientale.

Sala Americhe

Dalla regione dei grandi laghi all’Amazzonia al Chaco argentino le attività principali dei nativi si concentrano soprattutto nella lavorazione della pelle, nella produzione di ceramica, nella tessitura e nella scultura in legno con raffigurazioni legate alla mitologia e alla concezione dell’universo dei vari popoli.

Sala Cina

La diffusione del cristianesimo si è rivelata difficile nel corso dei secoli per via delle differenze di pensiero su diversi dogmi religiosi. I missionari iniziarono studiando la lingua e cultura cinese e traducendo i manoscritti religiosi per cercare di favorire l’incontro tra le due religioni.

Le collezioni raccolte dai missionari hanno lo scopo di illustrare vari aspetti della società cinese e della sua cultura religiosa raccogliendo statuine, testi, utensili, accessori di scrittura e ornamenti. Le statuine intagliate nel legno o scolpite nella pietra sono riconducibili al Confucianesimo,Taoismo e Buddhismo. Le bambole funerarie e il rotolo dipinto con il ritratto di una coppia di progenitori simboleggiano il culto degli antenati. Altri oggetti significativi legati maggiormente alla vita quotidiana sono gli accessori per la scrittura, gli ornamenti personali,le stoviglie,i modellini,la pipa e l’abaco.

Sala missioni

In Africa a causa del sincretismo religioso, cioè la fusione di elementi religiosi tra il culto locale e quello estero, i missionari hanno usato come promozione religiosa la rappresentazione di soggetti iconografici cristiani come la natività (Dida Africa) che sono stati reinterpretati secondo i canoni artigianali e culturali locali. Anche in America venne stimolata la produzione di oggetti ibridi che univano materiali e linguaggi di entrambe le culture.

In Cina la religione venne insegnata tramite un catechismo di immagini utilizzando le arti figurative ma senza molto successo. Per questo si preferì inserire i protagonisti della dottrina in scene di vita quotidiana soprattutto agli inizi del Novecento.

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