Museo etnografico missionario pt1 #museiapalazzo

Quando si parla di emigrazione e del ruolo importante delle figure missionarie, Pratola Peligna è protagonista in entrambi i casi. Il museo etnografico custodito a Palazzo Colella è frutto dei tantissimi viaggi fatti dal missionario pratolano Salvatore Zavarella, la cui volontà di istituire il museo nel suo paese natale ci ha permesso di scoprire le popolazioni antiche e i loro usi e costumi.

Il museo si compone di 4 sale dedicate a diversi continenti: Africa, Asia e Americhe. In questo articolo approfondiremo alcune caratteristiche degli oggetti custoditi nelle sale Africa e Americhe.

Sala Africa

La sala ospita numerosi oggetti in fibra vegetale utilizzata per creare recipienti, contenitori, tessuti mentre altri in pergamena, membrana prodotta con pelli di pecora, capra o vitello depilate e fatte asciugare sotto tensione, introdotta nel II secolo in sostituzione del papiro e utilizzata fino alla creazione della carta nel Medioevo. Interessante è la tecnica ad encausto basata sull’ uso della cera punica applicata a caldo come legante del colore su supporti lignei e tessili.

Sala Americhe

Gli oggetti conservati provengono da antiche civiltà, alcune delle quali oggi scomparse:

Chimú vivevano nel Regno di Chimon (o Chimor) in Perù conquistato successivamente dagli Inca. Sono conosciuti soprattutto per la ceramica monocromatica spesso a forma di qualche creatura con sembianza umane in piedi o sedute. Il nero scintillante è realizzato cuocendo i manufatti ad altissime temperature in un forno chiuso che impedisce all’ossigeno di reagire con la ceramica.

Gli Shipibo vivevano vicino il fiume Ucayali in Amazzonia e non furono mai conquistati dagli Inca e resistettero a diversi tentativi di colonizzazione. Sono famosi per i disegni geometrici distintivi che usano per decorare le loro ceramiche e tessuti fatti a mano.

I Menominee sono uno dei popoli originali del Wisconsin e del nord del Michigan, presenti in queste regioni da più di 5000 anni. La colonizzazione e l’abbattimento delle foreste, ridussero rapidamente il loro territorio dopo il 1832. Dopo diversi trattati e concessioni territoriali, nel 1856, vennero confinati in una riserva nel nord-est del Wisconsin.

I Wichi sono un popolo indigeno seminomade del Sud America insediato in Argentina e Bolivia. Per secoli hanno utilizzato le fibre del chaguar, pianta sudamericana per tessere reti, borse e altri oggetti artigianali la cui vendita è alla base della loro economia.

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